14/02/10

UL LUISIN LEGNAME' E 'L LUISIN TURNIDUR




ovvero , I PROFESSORI OPERAI E LA PERDITA DEL KNOW HOW

(immagini sopra) CATTEDRALI

All'Istituto Tecnico Industriale per Periti in Materie Plastiche ,fondato a Varese prima degli anni 60 e primo in Italia nel suo genere, esiste un reparto dove si possono trovare tutti i metodi di Lavorazione delle resine plastiche,dalla mescolatura alla calandratura,dalla formazione sotto vuoto all'estrusione...ecc....

Istituto Statale si,ma con la larga e fattiva partecipazione delle industrie della zona,tantocchè i nostri Professori in questo reparto altri non erano se non esperti OPERAI da tali industrie provenienti.

Destino volle che due di essi ,che si succedettero negli anni dei miei studi,provenissero dalla medesima industria ed avessero lo stesso nome e cognome,così che per distinguerli ,i loro amici e colleghi avevano aggiunto al nome Luisin (luigino) , la loro specializzazione ,legnamè (falegname,carpentiere) e turnidur ( tornitore).

Così i due Luisin ci misero addentro alle arti delle lavorazioni plastiche e non solo a quelle ufficiali,ma sia pure in tempi diversi, cercarono di comunicarci anche qualche piccolo e grande segreto : dove dare ,insomma ,la famosa botta perchè una macchina ,recalcitrante ad onta delle cure regolari,si rimettesse a funzionare per bene.E dove anche gli Ingegneri si arrendevano,ecco che ti saltava fuori un operaio con la botta segreta.

Ma quale grande reciproco,magnifico rispetto fra le due categorie......

Un mio caro parente, Dottore in Chimica (veramente dotto ed innamorato della sua materia)e figlio di un industriale che produceva coloranti per tessuti ,aveva saturato tutta la famiglia con
storie consimili,dove la sua scienza laureata se ne andava a braccetto con l'esperienza operaia...
E d'altra parte i nostri cari due Luisin , ben si rendevano conto ,e lo dicevano, che senza le capacità matematiche,le conoscenze chimiche e quant'altro di competenza dell'Ingegneria, non si sarebbero potuti avere calcoli e progetti esatti sia per le cose da produrre,sia per le macchine che le producevano.
E così Ingegneri laureati e operai specializzati, se ne uscivano a braccetto dalla seconda guerra mondiale e davano un contributo fondamentale a quello che la storia avrebbe chiamato il
"Miracolo Economico Italiano".

Certa letteratura,i media,la conflittualità sindacale e chissà quali altri fattori, mi sembra abbiano dato al grande pubblico dei non coinvolti direttamente in queste faccende, l'idea che esista una sorta di invidia di categoria , o per lo meno un po' di campanilismo , di rivalità e desiderio di rivalsa sociale ,tra i colletti bianchi e le tute blu......

Oh...come non era vero !

Come si camminava con la mano nella mano , quando la vera meta era davvero il progresso , e il progresso era mangiare di nuovo,vestirsi,scaldarsi,comprarsi la casa , far su un po' di soldi e vedere la Nazione che usciva dai guai e tornava alla prosperità.
Ma torniamo ai nostri due Luisin tra i quali correvano vent'anni di età.

Il turnidur diceva che il legnamè (o era il contrario) il più giovane,era un po' più ignorante di lui. Affermava che , insomma, le nuove generazioni operaie non erano così esperte e ricche nella cultura del saper fare , quanto le più vecchie.
Ora chiediamoci "come mai un lavoratore,un operaio,può perdere la sua cultura lavorativa?"
Banalizzo : il bottaio o il carraio sono mestieri quasi perduti in quanto recipienti e trasporti hanno fruito di altre tecnologie.Più dolorosamente,la caduta dell'Impero Romano ha spazzato via un vero oceano di cultura tecnologica perche' questa non serviva ai barbari ai medievali.Morti i depositarii delle conoscenze,morto il know how.
E se per ventura non potessimo usare le auto,quanti di noi saprebbero usare un mulo o un cavallo ?.Per non parlare delle idee : caduto l'impero romano, l'idea del bagno in casa è sparita per secoli.
per ciò io invoco la creazione di templi universitarii del sapere operaio e artigianale , così come esistono le università quali templi del sapere scientifico ed umanistico.
ben ricordando la nobiltà e la stima che operai ed ingegneri di un tempo ,non poi così distante,si riconoscevano reciprocamente.
E' follia correre il rischio che eventi quali oggi non sappiamo prevedere,annullino saperi conquistati in secoli di prove,idee,ricerche,anche ai livelli a torto considerati più modesti.

Vedo una sola notevole difficoltà.
Ed è la necessità ,oggi come in passato ben evidente , di conservare segrete ,formule,idee ,lavorazioni,capacità.
Un industriale mio amico vive producendo un colorante per applicazioni particolarissime,che non necessita di solventi.Questa sua invenzione non è brevettabile poiché basterebbe una piccola variazione della formula per ottenere un prodotto ufficialmente e legalmente diverso ma in realtà con le stesse caratteristiche.
L'unica soluzione è il segreto.

Mi basta in questo post ,l'aver suscitato o ricordato il problema.La sua soluzione dipende da quanto chi legge vorrà o potrà conservare nella comune cassaforte della cultura umana .
Cultura che,lo ripeto a chiare lettere ,deve essere difesa da perdite accidentali.
Cultura che non è solo quella laureata,ma anche (ed è la più esposta) quella operaia ed artigianale , non meno nobile e non meno necessaria.


Un particolare ringraziamento al Dott. Riccardo Comerio ,Managing Director della Comerio Ercole spa di Busto Arsizio ( http://www.comercole.it/), la cui squisita cortesia e l'interesse dimostratomi ,mi incoraggiano a proseguire in questo lavoro.
Credo che egli abbia saputo coniugare una moderna gestione dell'Impresa,con le antiche tradizioni industriali della sua famiglia e mi onoro e mi compiaccio di aver conosciuto da ragazzino e da studente l'avolo suo che fu tra gli edificatori di quel tempio del sapere industriale che è l ' Istituto Tecnico Industriale di Varese.
Doppiamente lo ringrazio per avermi fatto conoscere il bel libro di Gianni Spartà , capo redattore del giornale La Prealpina , che ha titolo "Romanzo Industriale" (Macchione editore), bellissimo panorama sulle radici industriali nella zona e lungo l'asse Varese- Milano .Anche a lui il mio grazie per aver aggiunto importanti mattoni alla costruzione di cui parla la copertina del suo bel libro.

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